Pagina on-Line dal 07/04/2012

 

Il Libro delle Dodici porte d’alchimia è un breve testo anonimo, apparso per la prima volta a stampa nel 1618 in appendice ai Trois Traitez de la Philosophie Naturelle non encores imprimez; sçavoir La Turbe des Philosophes qui est appellé le Code de la Verité en l’Art, autre quel la Latine, plus La Parole Delaissé de Bernard Trevisan et un petit traicté, tres-ancien, intitulé Les Douze Portes d’Alchimie autres que celles de Ripla. (A Paris, par Iean Sara, rue de S. Iean de Beauvais, devant les Escholes de Decret, 1618).

L’associazione del testo alla Turba gallica, ovviamente, non è causale, essendo le Douze Portes evidentemente imparentate e debitrici del Code de la Verité. Il frontespizio dell’edizione a stampa riporta la palese preoccupazione dello stampatore di non far confondere il testo non encor jamais emprimé col testo del Ripley dall’identico titolo (l’edizione a stampa del Compound of Alchemy di Ripley risale al 1591, mentre la prima traduzione latina è quella inclusa nel 1599 da Nicolas Barnaud nella sua Quadriga Aurifera).

La breve prefazione al testo non è firmata, ma dal privilegio reale apprendiamo che questo era stato concesso per sei anni al sieur de Bosnay, ovvero quello stesso cui si deve, lo stesso anno, per i tipi parigini di Abraham Pacard, l’edizione francese del Novum Lumen Chymicum del Sendivogio. Nel breve scritto introduttivo il Bosnay afferma di avere in suo possesso una sola copia delle Dodici Porte,

«… ma così autentica che mostra essere fatta da un buon autore, poiché è scritta in caratteri assai antichi su carta velina, ed è tratta, a mio avviso da qualche distinta ed eccellente biblioteca. Il nome dell’autore non c’è, vi si trova omesso, come nella maggior parte dei manoscritti non solo di questa scienza, ma anche delle altre… » (Trois Traitez, prefazione, n.n. ma pp, 3 e 4). 

Sebbene stampato nel 1618, dunque, se si presta fede alle parole del signor de Bosnay, il testo deve essere più antico, ed essere ascritto probabilmente almeno al secolo precedente.

Questa è la prima traduzione italiana. Il testo originale è stato recentemente scannerizzato in PDF da Google, e si trova a questo indirizzo.

Massimo Marra © – tutti i diritti riservati – riproduzione vietata con qualsiasi mezzo e con qualsiasi fine.

_______________________________

IL LIBRO DELLE DODICI PORTE D’ALCHIMIA: la virtù, la potenza e la verità della nostra Pietra nell’Arte di Alchimia è dichiarata dagli antichi Filosofi, qui di seguito nominati.

 
Traduzione di Massimo Marra © – tutti i diritti riservati – riproduzione vietata con qualsiasi mezzo e con qualsiasi fine.

___________________

In primo luogo,
ARISTOTELE, al quarto dell’Etica dice che il Mercurio è il nutrimento dei Pianeti.

VERAULT SAMARITANO dice che il Sole e la Luna si uniscono nel Mercurio; e dopo due preparazioni il Mercurio è morto.

HETHOMEDES dice: il giallo è mediano tra il bianco ed il rosso. Il Mercurio ed il Kibric fanno rossore di cottura di fuoco rovente. Il Sole con Luna e Mercurio fa Luna.

HERMES dice: Mercurio monta dalla terra al cielo, e poi va dal cielo in terra e così si mortifica e riceve la virtù alta e bassa. Suo padre è il Sole, sua madre è la luna.

L’ORTOLANO dice: l’arte di alchimia è data senza menzogna, e per mezzo di questa arte è generato il Sole, migliore del sole naturale in tutte le sue proprietà.

ORTHOPHALES dice:; La nostra pietra è cosa minerale, composta per arte da cose contrarie, da parti sottili e pure di Mercurio, le quali parti sono calde ed umide, fredde e secche; e queste cose sono contenute nel Sole e nella Luna col Mercurio; e la pietra è penetrante e fissa, e converte il Mercurio e gli altri corpi imperfetti in Sole e Luna, secondo l’arte della Musica.

GEBER dice: Vi è una pietra, una Medicina nella quale non aggiungiamo nulla di estraneo.

ROSARIUS dice: grande quantità di Mercurio è causa di perfezione nei metalli; e grande quantità di Kibric è causa, in essi, di corruzione. Il calore forte all’inizio dà nerezza, mentre lento fuoco produce biancore; dopo il biancore viene il citrino, ed il citrino viene da molto bianco e poco rosso. Citrinazione è la perfetta digestione per scacciare il nero.

PLATONE dice che vi è bianco Zolfo in ogni Luna, e Kibric rosso in ciascun Sole.

AVICENNA dice che non si trova sulla terra Kibric Bianco né rosso, all’infuori che in Sole e Luna, nei quali vi sono i raggi per tingere gli altri metalli in vera e pura bianchezza e rossezza. Mercurio è mescolato con Sole e luna, ed è fissato con loro. Nella nostra pietra non entra cosa che non sia della sua natura. Chi sa tingere il Mercurio con Sole e Luna, conosce il segreto dello zolfo bianco e vermiglio.
Per il bianco prendi Mercurio e Luna, e per il vermiglio prendi Mercurio e Sole, perché tutto il beneficio dell’arte è in essi. Non mettere il bianco con il vermiglio, perché sbaglieresti. Il principio della nostra opera è il disciogliere la nostra pietra in acqua di Mercurio.

TIMOTHEO AFRODITES dice che il mezzo che divide e che congiunge le nature e le tinture è l’acqua di Mercurio; perché essa è la perfezione di ogni medicina, sia corporale che spirituale. In tutti i metalli, nessun corpo che rimanga nella sua propria natura, congela il Mercurio, né vi aderisce: e così il Mercurio da solo non può guarire i corpi malati; bisogna dunque che il corpo sia assai sottile e chiaro, tendente alla natura del mercurio, affinché la medicina sia di più leggera fusione di quanto non sia il corpo in sé; e così che essa sia più fissa che non il Mercurio.
Quando vuoi avere medicina per il rosso, devi scegliere Sole, e per il bianco Luna. E siano soli, ciascuno per conto suo, con acqua di Mercurio, ossia in misura di un peso di sole e dodici pesi d’acqua.
Il tempo di putrefazione è quaranta giorni. E tanto più sarà prolungato il tempo di putrefazione, tanto meglio sarà, e sempre a fuoco lento.
Vi sono tre medicine: una per il sole, l’altra per la Luna e la terza per sole e Luna insieme.
La medicina del Sole è fissata in più breve tempo, poi dopo viene la medicina della Luna, ed infine quella del sole e della Luna insieme. Se tu prendessi la medicina semplice, e ricominciassi l’opera con acqua di Mercurio, come all’inizio, per mezzo del corpo, la medicina si farebbe più velocemente della prima, ed in questo modo sarebbe moltiplicata. Sappi che la tintura dell’acqua deve accordarsi con la tintura della medicina.
La proiezione sopra il Mercurio si fa in questa maniera. Prendi una parte di medicina e amalgamala con Mercurio; poi questo amalgama sia gettato sul Mercurio naturale, caldo e fervente, fino a che sia congelato in  Sole o Luna.

POMPEIUS dice: putrefai otto parti di Mercurio con due parti di Sole puro in calore di febbre, per 90 giorni, agitandolo molte volte finché sia abbastanza disciolto.
Il segno della putrefazione è la nerezza; poi trita tutto e mettilo in un altro vaso, dapprima, per tre giorni naturali, a fuoco lento, ed al novantesimo giorno tappa il vaso, perché il Mercurio nella sua sublimazione porta con sé l’anima del Sole; fa un fuoco tale che la mano possa quasi toccare il vaso senza ferirsi, e così sublima ciò che potrà sublimare; dividi poi il sublimato in nove parti, le quali conserverai ciascuna nella sua fiala, a calore di febbre; poi trita ciò che è rimasto sul fondo del vaso, e mescolalo con una delle suddette nove fiale, e metti a fuoco per 30 giorni, poiché è questo il termine di ciascuna imbibizione. I segni della prima parte sono un certo biancore, e che la terra manifesta una certa sete; dagli poi la seconda parte, ed allora essa avrà più biancore; dagli poi la terza parte, ed alla fine la terra sarà perfettamente bianca, ed in seguito non si vedrà affatto il colore della terra, all’infuori del vermiglio. Per giungere al termine avrai impiegato 130 giorni naturali. I sei pesi rimasti saranno al rosso, e li si deve dare e somministrare l’uno dopo l’altro, come i primi tre; in questo modo la medicina comincerà ad arrossire poco a poco, fino a che non  sia perfettamente rossa. Sono otto mesi per le otto fiale. Devi sapere che ciascun peso delle nove fiale suddette, deve essere fissato nella sua terra prima di aggiungere l’altro peso, cosa che farai nel seguente modo: getta un peso della medicina su di una lamina di Venere o di Luna, o di Marte che sia rosso al fuoco, e, se la medicina fonde senza fumare ed è penetrante e tingente, essa è pronta; in caso contrario, continua le tue operazioni al fuoco fino a quando non sia pronta, e poi fondi un peso di Sole purissimo e gettavi sopra altrettanta di questa medicina, lasciando poi raffreddare e polverizzando poi il tutto. Dopo fondi un pezzo di pura Luna e gettaci sopra altrettanto della polvere ottenuta, lascia raffreddare e polverizza tutto. Di questa seconda polvere, gettane sulla Luna come prima facesti sul Sole, e continua sempre fino a quando la medicina non risulterà friabile; essa sarà sempre medicina. Poi proietta questa medicina sopra almeno 1.000 pesi di Luna, e questi si convertiranno in purissimo Sole. E se moltiplichi la tua medicina nel modo suddetto, un peso agirà su 10.000 di Luna. E così come hai operato al vermiglio col Sole, in modo simile potrai operare al bianco con Luna e Mercurio. La medicina della Luna è fatta rossa, in superficie, ma nondimeno essa è bianca all’interno. E siccome la medicina di sole è gettata sulla Luna, analogamente la medicina di Luna e gettata su Venere. Il tempo di ciascuna medicina è di 10 mesi meno 10 giorni; ciascun mese è di 30 giorni per la Medicina sul Mercurio e sugli altri metalli malati, vale a dire Saturno, Giove, Venere e Marte. Fai putrefazione di due luminari, ciascuno da solo, come si è detto innanzi, per 90 giorni, e poi mescolali insieme; così sarà compiuto il matrimonio del maschio con la femmina per la grande pietra. Poi distilla tutto insieme e dividi ciò che si è distillato in nove parti, come sopra si è detto per la medicina del Sole. Dopo tre imbibizioni avrai il bianco, e ciascuna imbibizione sarà di 90 giorni. Le altre sei tenderanno al rosso, e sono prescritte tre nel modo dato per la medicina semplice, ad eccezione del fatto che ciascuna imbibizione deve essere di 50 giorni. Se avviene che, alla fine, quando la medicina sarà fissa, essa non dovesse essere di buona fusione, prendi dei due Luminari, con il peso della nostra acqua, e putrefà e distilla come si è detto prima, e quest’acqua distillata dalla alla detta medicina fissata. Trita ed abbevera poco a poco, fino a quando ne potrà assorbire, finché non abbia buona fusione e sia ben penetrante senza fumo.
La proiezione di questa medicina sul Mercurio si fa in questa maniera. Prendi di questa medicina una parte, ed amalgamala con altrettanto Mercurio crudo, poi riscalda dell’altro Mercurio crudo, tanto che voglia sublimare, gettaci sopra la suddetta medicina ed ella lo congelerà in vero Sole; e se fosse tutta frangibile, la dovrai amalgamare daccapo con altro Mercurio crudo, e poi ancora gettarla su altro Mercurio crudo, e sarà ancora medicina: e ciò ripeti sempre fino a che essa non sia più frangibile, e fino a tanto che il colore e la malleabilità ti aggradino.
La proiezione sugli altri metalli imperfetti si fa in questa maniera. Fondi un peso di fino Sole, ed altrettanto di fine Luna, e poi metti altrettanta medicina, e getta di questa medicina sui corpi che vuoi guarire così come fai per la medicina di Sole sulla Luna, uno su 100. Tutto il tempo di questa medicina è di sedici mesi, ciascun mese di 90 giorni, ed in più ancora 90 giorni.

IULLIUS FERINA dice: prendi un peso di foglia di Sole purissimo e molto sciolto, e dodici pesi di Mercurio; cola, e di questi due fai un corpo solo, sciogliendo il corpo del Sole col Mercurio, tanto che tutto passi assai liberamente per il panno; poi cuoci tutto a fuoco lento per 20 giorni, e sia il fuoco così grande che il Mercurio non si separi dal Sole; ogni settimana trita assai bene tutto insieme, poi, alla fine delle sei settimane, la materia sarà nera, putrefatta e congelata in un corpo; se così non fosse continua il fuoco fino a che non lo diventi, e poi brucia il tutto e mettilo al fuoco; poco a poco essa imbianchirà, di settimana in settimana per sei settimane. Ed per altre sei settimane arrossirà ad un fuoco più forte, fortissimo; ed in altre sei settimane si fisserà ad un fuoco ancor più forte; e così si fa l’opera in 90 giorni. Poi getta su di una lamina quasi rossa una piccola parte di medicina, e se essa è fondente, colorata e penetrante senza fumo, avrai ottenuto il fermento della pietra; un peso fuso con altrettanto Sole arrossisce 1000 pesi di Luna con una fusione di fuoco. E se avvenisse che la tua medicina fosse fissa e non fondente, tritala ed innaffiala con l’acqua di Mercurio suddetta fino a che non ne beva il suo peso; poi, se è buona, metti al fuoco di settimana in settimana tentando la fusione. E non ti dispiaccia la lungaggine, perché il prolungare è profittevole. Sappi che ciascuna incerazione è dodici giorni, e sappi che sette incerazioni e putrefazioni fanno la medicina fortissima, perché ciascuna incerazione vale dodici volte più delle precedenti, perché se la prima volta agisce su 10, la seconda agirà su 100 e la terza su 1000. In tal modo, con Luna e Mercurio, potrai fare la medicina al bianco su Venere.
La congiunzione delle medicine si fa solo in questa maniera; perché ciascuna si fa a fuoco lento, per 92 giorni, con un peso di Sole e due di Luna; essi devono poi essere messi insieme, poiché tale congiunzione è chiamata Matrimonio di maschio e di femmina, ovvero di Sole e di Luna, ed è la medicina ottenuta nella maniera sopra descritta; la sua proiezione si fa sul Mercurio e sugli altri corpi imperfetti, che essa converte in purissimo sole. Sappiate che per la medicina composta occorre quasi il doppio del tempo.

SAUBATIUS DI TOLEDO dice: chi non solve il corpo, lavora invano. La soluzione non è altra cosa dal convertirlo nell’acqua da cui fu in principio generato; e questa è Mercurio. Fai dunque che il corpo sia Mercurio corporale e che sia convertito in acqua mercuriale, il che si fa con l’acqua di Mercurio; dunque, fa in modo che la cosa incorporea diventi corpo, poiché nella commistione Mercurio diviene corpo, e così converte le nature e tu troverai ciò che domandi. Tutto il nostro magistero si fa con acqua di Mercurio, poiché questa solve i corpi calcinati convertendoli in terra, ed imbianca la cenere. Il padre del nostro magistero è il Sole, la madre la Luna, perché il Sole è il corpo perfetto, e la Luna è corpo imperfetto. Il loro sperma è Mercurio vivo, che è nutrito dal latte dell’albero per imbibizione; a più riprese, fai che esso ne beva tanto quanto potrà.
Ogni cosa creata è manifestazione dei quattro elementi, per questo, per amicizia degli elementi, i filosofi hanno trasmesso questa scienza, dicendo che operavano con sangue, ossa, vermi, uova vino e molte altre cose; tuttavia essi non operavano che con una sola materia, per distillazione, estraendone i quattro elementi; anzitutto acqua, aria, fuoco, ed in seguito rimaneva al fondo del vaso la terra nera: poi prima rendevano alla terra la sua acqua, poi l’aria e poi il fuoco, fino a quando tutto non era che un corpo. Poi usavano di questa medicina sui corpi malati della stessa specie, poiché è certo che l’uomo genera l’uomo, e così le altre bestie; in modo simile i metalli non sono generati nella terra che dal loro solo sperma di Mercurio e di Kibric. Perché Kibric è il padre attivo sulla terra che è Sole, e la Luna e la madre passiva, e Mercurio è lo sperma dell’uno e dell’altra; così si ha la generazione dei metalli, secondo la testimonianza dei dodici Filosofi di quest’Arte. 
Per moltiplicare la pietra o miniera che sai, prendi tre parti di Mercurio lavorato per sublimazione, come tu sai, e mettili, come sai, con una parte del corpo appropriato, riponi tutto in un materasso posto su ceneri a fuoco lento per un giorno o due; raffreddato il tutto, rompi il materasso e trita la materia in un marmo, poi cuocila dentro il vaso che sai per 3 giorni a fuoco lento, avendovi messo sopra e mescolata la medicina e pietra precedentemente fatta, e sempre tutto nel medesimo mortaio di marmo. Dopo i detti tre giorni bisogna purgarla nel modo che sai, e dopo bisogna metterla a cuocere per altri tre giorni con un po’ più di fuoco, ed al terzo bisogna rendergli il suo spirito come la prima volta; in seguito rimetterla ancora tre giorni nel suo vaso, aumentando il fuoco di grado in grado, fino a che tutto sia rimasto in fondo.
Ciò fatto, aggiungerai tre parti d’acqua di Mercurio, trattata come sopra e farai le cotture come prima,  onorandola ogni tre giorni come sai, e continuando all’infinito. Oppure, prendi corpo e spirito in pari misura, ed esegui le cotture come sopra, e sarà migliore.
Fai bene, e troverai ciò che è vero.