Traduzione di Massimo Marra ©, tutti i diritti riservati, riproduzione vietata per qualsiasi fine e con qualsiasi mezzo.  

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Al nome di Dio sia risposto Amen. Il primo passo nella saggezza è il timore di Dio. Prefazione. Teoria.

Io, Nicolas Flamel, scrivano di Parigi, quest’anno 1414 del regno del nostro principe benedetto Carlo VI, che Dio lo benedica, e dopo la morte della mia fedele compagna Perrenelle, sono preso da fantasia e piacere, nel suo ricordo, di scrivere in tuo favore, caro nipote, tutta la conoscenza del segreto della Povere di Proiezione o Tintura Filosofale che Dio ha voluto assegnare al suo debole servitore, e che io ho reperito come anche tu farai operando come ti dirò. Segui dunque con dritto ingegno ed intendimento i discorsi dei Filosofi che scrivono del segreto, ma non  prendere il loro dire alla lettera perché ciò non ti sarà di profitto, poiché essi vogliono essere intesi secondo Natura. Per questo non dimenticare mai di pregare che Dio ti dia l’intendimento della ragione, della verità e della natura, che tu vedrai, in questo libro, dove è scritto il segreto parola per parola e foglio per foglio, così come io ho fatto ed operato con la tua cara zia Perrenelle, che grandissimamente rimpiango. Dunque io ho posto tutta la conoscenza in questo libro affinché non ti dimentichi mai del grande bene che Dio ti accorda e ti favorisce. È affinché ti ricordi in sua memoria di cantare e salmodiare le sue lodi, perché non può esservi nulla di più idoneo del porre una cosa tanto bella tra altissimi canti; ho dunque scritto di mia propria mano questo libro, che avevo destinato alla Chiesa di Saint Jacques, appartenendo io alla detta parrocchia fin dal momento che ebbi rinvenuto il libro di Abramo l’Ebreo; non volli venderlo per denaro, e l’ho conservato con molta cura per scrivere in esso il detto segreto d’alchimia in lettere e caratteri di mia fantasia, di cui ti dono la chiave. Abbi dunque cura di tenerlo segreto e di serbare memoria di me, quando sarò nel sudario, ricordando che io ho composto questo documento per renderti grande maestro nell’alchimia filosofale, per affidarti tale segreto, perché tale è il mio piacere, volere, consolazione e fantasia. Dunque fai come io ho fatto, e fai sapere che io sono arrivato ad età decrepita solo in onore di Dio, della Chiesa, e per soccorrere i poveri, le vedove e gli orfani, cosa che ho fin qui fatto fondando rendite ed ospedali, ed ornando ventidue case di Dio in pietà e fedeltà. Segui dunque i tuoi documenti,  mettili nel fondo del tuo cuore e non distoglierti dal dritto cammino della verità. Rendi grazie al Dio buonissimo che, per mezzo mio, ti ha fatto impetrare tale conoscenza e non dimenticare che io ti dò per chiaro sermone, parola per parola, tutto ciò che io e Perrenelle abbiamo operato, tutto ciò che abbiamo cercato per molto più di ventitre anni in pena, sollecitudine e lavoro, che abbiano finalmente reperito come conoscenza a più riprese come ti abbiamo mostrato, e che promettemmo di donarti prima della mia morte, in ricordo di noi due; e quando tu sarai prossimo alla morte, farai seppellire questo libro con le tue ceneri: ciò affinché il mondo non faccia peccato e sia io che tu non nuociamo, poiché ogni ordine mondano si dissolverebbe ed ogni uomo del mondo crederebbe di essere maestro, e tutto sarebbe perduto. Così, dunque, che l’amore per te non mi faccia peccare verso Dio.
Tieni dunque segreta tale conoscenza, prega ed invoca lo Spirito Santo che illumina le nostre intenzioni ed il nostro spirito, ed impetriamo alle nostre intenzioni ed al nostro spirito, in tale cammino, l’ingegno di operare nella padronanza dell’alchimia per via di Natura.

TEORIA DI FLAMEL

Vado dunque a cominciare il tuo scritto con un discorso pieno e chiaro, al fine di non confondere il tuo intendimento; prima di dir parola sulla pratica operativa, ho voluto condurti attraverso la teoria, a conoscere ciò che è l’alchimia, ovvero la scienza che muta i corpi metallici nella perfezione dell’oro e dell’argento, che produce sanità nei corpi umani e muta rapidamente pietre e ciottoli in materia fine, sincera e preziosa.
È questa la conoscenza e non ve n’è altra pari; per suo mezzo è costituita un’arte che non ha eguali, ovvero l’arte Filosofale, attraverso cui si fabbrica un corpo universale che muta Saturno, Marte, Giove, Luna e Mercurio in puro Oro chiaro e lucente, netto e colorato come il minerale, ed ancora migliore di ogni oro metallico, che include in sé la virtù di guarire qualunque male, di far vivere tutti i vegetali oltre il loro termine e mutare tutti i ciottoli in diamanti e rubini. Tale arte e conoscenza si compie dunque per via di Natura, con un regime appropriato e segreto del fuoco e l’industria dell’operatore, in tutto seguendo la ragione naturale dell’intendimento; e poco a poco si perviene, purché non ti stanchi mai di cuocere in pazienza non ansiosa. Dunque, per l’opera filosofale, impetra sopra ogni cosa il corso della Natura. Come uomo di intendimento tu devi avere due intenzioni principali: la prima è quella di avere intendimento retto e l’intelligenza delle cose che ti dirò, poiché io avevo, molto prima d’operare ed impetrare il giusto cammino, come uomo d’intendimento, la ragione della natura in Mercurio, Sole e Saturnia, come ho detto nel mio libro in cui sono incise le figure che tu vedrai sugli archi dei cimiteri. Tuttavia io sono stato incapace di proseguire, per molto più di ventitre anni e mezzo, lavorando senza poter maritare la luna, che è argento vivo, all’Oro, e trarre da questo il letame d’oro e l’Argento seminale, che è un veleno mortifero; infatti non conoscevo l’agente o medium che fortifica il Mercurio; esso, senza questo medium è come acqua volgare che non può fondere Luna o Oro; così si deve fare un’acqua affinata, che fissi questo mercurio in sottigliezza, il che avviene a forza di lavorare e di operare, cosa che ho dipinto, alla fine, nel quarto e quinto foglio del mio libro di Abramo.
È per questa ragione che la seconda intenzione è di sapere come si deve fortificare questo mercurio con un agente metallico, senza che mai si possa andare al centro dell’oro e dell’argento che sono duri, e che quindi non possono essere estratti senza lo spirito solforoso dell’oro e dell’argento. È dunque mestieri operare con essi con un agente metallico, anzitutto, ossia con la saturnia regale, dopo aver affinato il Mercurio per mezzo filosofale, affinché, fuso in liquore d’Oro o d’Argento,  tragga il letame generativo dalla loro putredine; e sappi che non vi è altro modo né altra via d’operare in quest’arte al di fuori di quella che io ti porgo parola per parola. Questo compito non è affatto facile da portare a termine, ed è anzi uno spinosissimo impegno se non è insegnato come io faccio, perché Oro ed Argento sono corpi molto duri e non possono mai aprirsi pienamente se non attraverso gli spiriti mercuriali affinati per vie e processi filosofali. Ogni altra via è falsa ed induce a fallire ed ad inganni, come ho sperimentato con gran rimpianto e per molto tempo; e senza questo processo il mercurio rimane freddo, idropico e terrestre, e non è mai sufficiente ad approfondirsi nelle viscere dei due corpi perfetti, l’Oro e la Luna; e se mercurio non è, anzitutto, scaldato dal fuoco solforoso metallico, la sua acqua dolce non è estratta da suo corpo e la sua terra nera fecale non è rigettata, rimane sempre mercurio volgare.
Dunque è in questo stato che deve entrare nel loro ventre, ed essi nel suo prendono vita astrale, crescita e vegetazione, e divengono viventi come lo erano nelle rocce delle miniere: e solo con ciò si compie il matrimonio di sole, luna e mercurio filosofali, e non dei volgari; ma come si può affinare il mercurio? Anzitutto considera che nessuna altra acqua al di fuori del mercurio, può trarre lo zolfo dal ventre dei metalli, in quanto che al di fuori di esso, al principio, nel mezzo e alla fine, nulla si può operare né nulla fare di buono, perché è la virtù attrattiva fatta attiva che compie tutto, e si ingravida dello Zolfo che da lei prende vita; il che tu vedi nelle miniere, in cui dall’acqua di vapori secchi e solforosi e di vapori umidi mercuriali si fanno tutti i metalli perché l’uno e l’altro vapore si attirano e cercano una natura a sé idonea; il che vale a dire che natura rincorre natura, e giammai per altra via agiscono né l’ingegno della natura né quello dell’arte, poiché l’uno attira l’altro suo compagno come la femmina attrae a sé il maschio, rallegrandosene. Ciò vi è chiaramente esposto e disegnato nell’immagine della quarta figura, in cui si scorge il giovane Mercurio con il caduceo e gli orridi serpenti avvolti intorno alla verga d’oro nelle sue mani: senza di ciò non potrai mai conoscere il mercurio ermetico col quale componiamo, per industrioso ingegno filosofale, lo Zolfo ed il Mercurio metallici della prima preparazione.
Fai dunque attenzione ad intendere veramente e sinceramente le mie parole a te dedicate, caro ed amato nipote, affinché tu non fallisca mai, possa pregare Dio per la salute della mia anima, e possa usarne nella via ed equità stabilite dal nostro buon Dio, che prego sin d’ora di mantenerti nella sanità di corpo, intendimento, intenzione, giudizio, e leale rettitudine di cuore. Abbi fede ferma che tutto l’ingegno operativo risiede nella preparazione del mercurio filosofale, poiché in esso è tutto ciò che chiediamo e che mai hanno chiesto gli antichi saggi; e noi stessi non abbiamo meno di essi in nulla operato senza prepararlo con Oro ed Argento, perchè al di fuori di esso mercurio, nulla vi è nell’orbe mondano che possa fabbricare la detta tintura filosofale e medicinale. Dunque il mezzo naturale è che apprendiamo a trarre da esso la semenza viva e spirituale che è rinchiusa nelle sue viscere ed interiora, e questa materia è la materia tanto vantata dai saggi nei loro scritti e libri che dicono che la materia della tintura trasmutante i metalli in oro è unica e sola e dissolve tutto senza fallo né inganno, ma non  dicono motto sulla sua preparazione; essa risiede dunque in questi tre soli, e non altrove, perché in altri corpi metallici essa non è mai tanto buona, ed è viziata e guasta, mentre qui è monda intera e sincera. Nota dunque che una cosa non può dare altra cosa se non la possiede in sé, e così non guardare che a sole e luna, così come al mercurio fatto per ingegno filosofale e gentilmente preparato che non bagna mai le mani ma il metallo, che è in sé anima metallica solforosa, ossia luce ignea; ed affinché non ti distolga dal retto cammino, guarda nei metalli, e là vi è rinchiuso il suddetto zolfo, gentile e puro quasi pari ad Oro. Lo reperirai nelle caverne e nelle profondità di ciò che è ferro, oro e bronzo, che ha quasi l’apparenza dell’oro, e, se sei attento, vedrai che questo zolfo ha il potere di tingere la fredda ed umida luna che è argento fino, in puro e buon oro giallo; ma bisogna che ciò si compia per mezzo della medicina spirituale che apre tutti i metalli. Ora nota dunque qual è il minerale che è un ladro che mangia tutto ad eccezione dell’oro e della luna, i quali rendono molto buono questo ladro, perché questi, quando li ha ne suo ventre, allora è pronto a preparare l’Argento vivo nel modo che ti dirò a suo tempo.

PRATICA

Non distoglierti dunque dal retto cammino, e segui ciò che ti ho detto. Dopo, opera nel modo che sto per dirti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Adorabile Trinità, Amen. 
Per prima cosa sarai attento a prendere del primogenito tra figli di Saturno, che non è mai il volgare, 9 parti; della spada calibeata del dio guerriero 4 parti; falle arrossire in un crogiolo, e, quando sarà al rosso di fusione gettavi dentro le 9 parti di Saturno che ho detto; allora vedrai che questo mangerà l’altro; monda attentamente con salnitro e tartaro dal letame fecale della Saturnia che viene a galla, per quattro o cinque volte; sarà buono quando vedrai un segno astrale sopra il regolo, in forma di stella.
Dunque dall’oro è fatta la chiave ed il coltello che apre ed incide ogni metallo, e soprattutto l’oro, l’argento ed il mercurio, il quale tutti gli altri mangia e divora e conserva nel suo ventre; ed  attraverso il suo retto ingegno appare il cammino della verità, se hai operato abilmente perché quel mezzo saturnino è l’erba regale trionfante; esso è l’Argento, il piccolo re imperfetto che promuoviamo ad un grado di grande gloria ed onore, ed è parimenti la regina, ovvero la luna e femmina del sole.
È dunque maschio e femmina, è il nostro ermafrodito che è il mercurio, ed è quel lavoro raffigurato nel settimo foglio enel  primo di Abramo l’Ebreo, ovvero i due serpenti che si avviluppano su di una bacchetta d’oro, così come potrai vedere in quel libro che ho composto a mia fantasia, e meglio che ho potuto ho illustrato, per documentazione e accortezza filosofali. Bada dunque di lavorarne una buona provvista, perché è mestieri averne molta, vale a dire 12 o 13 libbre, o anche di più a seconda di ciò che vorrai fare nelle molte operazioni.
Mariterai dunque il giovane Mercurio, ovvero l’argento vivo, con quello che è mercurio filosofale saturnino, affinché attraverso di lui tu possa penetrare e fortificare il detto argento vivo corrente per sette o anche 10 o 11 volte, con il suddetto agente che si chiama chiave o spada d’acciaio affilato, poiché taglia, incide e penetra i corpi dei metalli; e quando avrai compiuta questa operazione, allora avrai l’acqua doppia e tripla che ho raffigurato nell’immagine del rosaio del libro di Abraham l’Ebreo; questo scaturisce dai piedi di un cane, ovvero della nostra saturnia che è la chiave uguale (1), e va a precipitarsi in abissi, come dice il suddetto Ebreo, vale a dire nel nostro rifugio, che è disposto al collo della storta dove si va a gettare il detto mercurio doppio per arte ed ingegno d’un proporzionato ed idoneo fuoco. 
Ma si trova qui un ostacolo generatore d’ansia, con il vedere l’impossibilità di operare se Dio stesso non rivela il suddetto segreto o se un maestro non lo comunichi, perché il mercurio non si marita mai con la saturnia regale senza una cosa che è nascosta; occorre con retto ingegno esaminare come si opera e lavora, perché se non sai come si compiono il detto ardimento e la pace col suddetto argento vivo, non  troverai nulla di valore.
Dunque, caro nipote, non ho voluto nasconderti nulla, ma anzi ho voluto dirti tutto senza nulla risparmiare, mostrandoti come devi condurti rettamente ai fatti ed ai punti che sono necessari in quest’opera filosofale; ti dico dunque che senza sole o luna tale opera non si condurrà mai a profitto. Farai dunque mangiare al nostro vegliardo, o lupo vorace, dell’oro o dell’argento nella misura che ti dirò. Presta orecchio a quanto ti dico affinché tu non erri mai e non fallisca come io ho fatto in quel lavoro. Come dunque bisogna dar da mangiare l’oro al nostro vecchio dragone? Adopera il giusto mezzo nella ragione naturale, perché se dai poco d’oro alla Saturnia fusa, essa è ben aperta, ma l’argento vivo non prenderà vita: ecco una cosa incongrua che non è mai profittevole; io ho molto lavorato in tristezza prima di trovare il giusto mezzo a questo fine. Se dunque gli dai da divorare molto oro, non sarà tanto aperto e disposto, ma prenderà l’argento vivo ed entrambi si mariteranno in una pasta. Fai come mi ha visto fare. Nota che bisogna operare in tutto con i pesi che ti ho detto, perché senza di ciò non lavorerai a tuo profitto ma a tuo detrimento: ricordati di ciò, ed ecco trovato il mezzo! Sigilla dunque il detto segreto, perché in esso è tutto, e non lo scrivere mai su carta o altra cosa che si possa vedere scritta, perché causeresti un danno all’universo mondano. Ora io te lo rivelo sotto il sigillo del segreto della coscienza, per l’amore che ti porto.
Prendi X parti d’oro fino, pulito e purgato 9, 10 o 11 volte dal lupo vorace, e dopo 11 parti di Saturnia regale, falle fondere in un crogiolo; una volta fuse, gettavi dentro X parti d’oro fino, fai fondere e rimesta con un carbone infiammato; ora il tuo oro sarà un po’ aperto; gettalo su di un marmo, pestalo in polvere con 12 parti di argento vivo. Fagli prendere l’aspetto del burro o del formaggio pestandoli ed agitandoli entrambi e lavando con l’acqua chiara volgare fino a quando l’acqua non ne esca limpida e che la massa sembri chiara e bianca (così opererai sulla luna fusa); allora sarà fatta la congiunzione con la saturnia regale solare. Quando è divenuta come burro, prenderai la massa che seccherai poi dolcemente, con una tela o un drappo fine. Ecco il nostro piombo e la nostra massa dell’oro e della luna non volgari ma filosofali; mettili in una buona storta di terra da crogiolo, o molto meglio d’acciaio, e poi in forno, e dagli fuoco poco a poco. Adatta un recipiente alla storta, cuoci due ore e dopo aumenta il tuo fuoco fino a che il mercurio non esca e cada nel recipiente suddetto, ed è questo mercurio l’acqua del roseto fiorito, ovvero il sangue degli innocenti uccisi nel libro di Abramo l’Ebreo; è dunque questa l’acqua d’Oro ed Argento filosofale. Sappi che questo mercurio avrà già mangiato un po’ del corpo del Re, ed avrà molta più forza per dissolvere successivamente l’altra parte, che sarà molto più coperta dal corpo della saturnia.
Dunque adesso hai salito di un gradino la scala dell’arte. Ora prendi le feci dalla storta, falle fondere in crogiolo a fuoco forte e fanne uscire tutto il fumo saturnino, e quando l’Oro in fusione sarà pulito, infondici dentro, come la prima volta, due parti di Saturnia. Dunque, il sole è infuso IX volte nelle dette feci, molto più aperte che la prima volta. E siccome il mercurio è già più acido di quanto non fosse in precedenza, esso avrà molta più forza nascosta e vigore per penetrare, e, per così dire, mangiarne ancora una volta e riempirsene il ventre a poco a poco.  Nota perciò, caro nipote, i gradi dell’opera di Natura e di Ragione, al fine di montare per gradini alla più alta parte della Filosofia, che è, sopra ogni cosa, il corso della Natura e che mai avresti trovato se io non ti avessi donato questa sapienza. Benedici dunque il Signore di ciò che mi ha indotto a volere verso di te, perché senza di ciò non avresti operato nulla, come fanno alcuni con danno di molta pecunia, pene infinite, lavori, veglie ansiose e detrimenti.
Fai dunque lo stesso che la prima volta, marita il mercurio suddetto bruciando fortemente e pestando finché non ne sia uscita ogni nerezza e sia secco come ti ho detto. Metti tutto nella storta e poni tutto per due ore ad un fuoco piccolo ed idoneo, e successivamente forte e buono a spingere ad uscire il mercurio nel recipiente, ed avrai il mercurio ancora più affinato; sarai così già salito sul secondo grado della scala filosofale. Fai ed opera ancora come hai appena fatto gettandovi il figlio saturnino in pesi idonei, vale a dire poco a poco, ed operando né più né meno come hai operato al principio, fino a che non arrivi al decimo grado della scala; allora ti riposerai, ed avrai già il tuo mercurio igneo ed affinato, pienamente fecondato, gravido dello zolfo maschio, vigore del sale astrale, che si trova nelle più profonde caverne e viscere dell’oro e del nostro dragone saturnino; sappi che ti sto scrivendo di cose sulle quali nessun Filosofo ha mai scritto. È questo il meraviglioso caduceo di cui discorrono tutti i saggi nei loro scritti, affermando che ha il potere di compiere da solo l’intera opera filosofale, ed il loro dire è veritiero, come io stesso ho scoperto nell’operare solo con questo mercurio; ed in tal modo potrai operare anche tu se questa è la tua volontà, perchè questa è non altra è la natura prossima e la radice di ogni metallo; sappi che avrai questo mercurio, e non altro liquore, come credono alcuni stolti e folli che non si accorgono mai che i metalli sono composti di questo liquore, e che il suddetto mercurio riduce fusi in liquore l’Oro e la Luna, al fine di lavorare naturalmente e semplicemente alla tintura filosofale o polvere, che muta tutti i metalli in sole e luna; alcuni credono di aver lavorato con facilità quando hanno ottenuto questo mercurio celestiale, ma sbagliano gravemente, trovandosi già in difficoltà prima di cogliere la rosa per mancanza di intendimento. È ben vero che se intendessero rettamente i pesi e il regime del fuoco, non dovrebbero affaticarsi moti e non potrebbero fallire neanche se lo volessero, poiché in quest’arte si opera così. Sappi dunque lavorare come ti dirò: Dunque, in nome di Dio, prenderai del tuo mercurio animato 2 o 4 parti a tuo desiderio, lo metterai in una fiala tappata o da solo o con due parti di saturnia solare, composta da una parte d’oro e due di saturnia, il tutto finemente e con destrezza congiunto, che sia simile a burro; lava, monda, dissecca. Mettici sopra della buona cerca conciata, ossia il luto della sapienza, poni questa confezione a scaldare al calore di gallina che cova le sue uova. Lascia poi il detto mercurio riposare per alcuni giorni, ovvero 50 o 60 giorni, fino a che vedrai generarsi nella fiala uno zolfo bianco o rosso di sublimato filosofale, il quale scaturisce dai raggi del detto mercurio; raccoglilo con una piuma, e questo è l’oro e l’argento vivente che il mercurio partorisce fuori di sé.

 

GIRO DI RUOTA

Prendi dunque di questo solfo bianco o rosso, tritura in mortaio di vetro o di marmo innaffiandolo con la terza parte del suo peso del mercurio originario da cui lo zolfo era stato tratto per sublimazione e  putrefazione. Fai di tutte e due una pasta come burro, e rimetti questa mistura in una fiala tappata su di un fornello a giusto fuoco di ceneri, fuoco dolce ed appropriato al modo filosofale; cuoci fino a quando il detto mercurio non si sia trasformato e mutato in zolfo, e durante questa cottura noterai nel tuo vaso coste stupefacenti, ovvero tutti i colori che vi sono al mondo, il che non potrai vedere senza elevare il tuo cuore a Dio in ringraziamento di un dono così alto.
Dunque quando sarai al rosso porpora, lo raccoglierai, perché allora sarà fatta la polvere alchemica che muta tutti i metalli in oro fino e netto, che potrai moltiplicare innaffiandola, così come hai fatto bruciandola con nuovo mercurio, e, cocendola nel medesimo vaso, medesimo forno, medesimo fuoco, sarà molto più rapida, e la sua forza di dieci volte aumentata. Ecco l’opera completa col solo mercurio, che alcuni non credono vera poiché sono imbecilli e sordi, e mai hanno appreso l’opera.
Se desideri operare per altra via, prendi tre parti di oro fino in polvere o in foglietti ben sciolti e di questi forma una pasta con 7 parti del tuo mercurio filosofale, che è la nostra luna. Mettila in forno in una fiala ovale, e che il vaso sia molto ben tappato ed esposto ad un fuoco molto forte, ossia come un fuoco da piombo senza interruzione e senza coagulazione; perché allora si saranno trovati il retto regime del fuoco, ed il tuo mercurio, che è il vento filosofale; esso prima sale e poi precipita in basso sul corpo dell’oro, che mangia a poco a poco e porta nel suo ventre.
Cuoci fino a quando l’oro ed il mercurio non salgono e non discendono più, rimanendo entrambi tutti e due cotti, e sarà così fatta la pace e l’accordo tra i due dragoni, che sono nel contempo fuoco ed acqua. Allora nel tuo vaso vedrai feci nere, come pece fusa, che è un segno di morte, putredine dell’oro e chiave di tutta l’opera. Falle dunque resuscitare e rigenerare cocendo per 40 giorni, e non stancarti mai; allora avverranno mutazioni diverse, ovvero un colore nero, cinereo, verde, bianco, arancio, e, alla fine, un rosso come sangue o un papavero cremisi. Non aver cura d’altro che di quest’ultimo, perché da questo saprai che il vero zolfo si è formato, e tu possiederai la vera polvere d’alchimia: non te ne dirò precisamente il termine, perchè varia a seconda dell’operatore, ma, operando come ti ho detto, non potrai fallire.

 

MOLTIPLICAZIONE

Se vuoi moltiplicare la polvere, prendine una parte, ed innaffiala con due parti del tuo mercurio animato; dopo averne fatto una pasta molle e dolce, cuoci come hai fatto precedentemente in una fiala, con lo stesso forno e lo stesso fuoco; allora, in un tempo minore, sarà compiuto il secondo giro della ruota filosofale, e la polvere sarà dieci volte più forte di quanto non lo fosse alla sua prima nascita.
Falla girare ancora fino a quando vorrai, e sarà allora raggiunto il tesoro senza prezzo che è il migliore di quelli che si possano desiderare al mondo, poiché, se ne userai come è mestieri, avrai sanità e ricchezza. Possiedi dunque il tesoro di ogni felicità mondana, che io, povero contadino nativo di Pontoise, ho fatto ed operato per tre volte nella  mia casa in rue des Ecrivains, vicino alla cappella di St. Jacques-de-la-Boucherie, e che io stesso, Nicolas Flamel, adesso ti comunico, per l’amore che ti porto ed in onore a Dio, per la sua gloria e lode di Padre, Figlio, Spirito Santo e Santa Trinità, che io sempre prego di illuminarti e guidarti nel cammino della verità e della luce, così come nella via della salute. Così sia. 

 

DEL LIEVITO

Ascolta ora un buon modo d’operare, ovvero il far lievitare la pasta filosofale ed operare a forza per aumentarla per mezzo di un lievito idoneo e filosofale. Prendi dunque tre parti di oro fine in polvere, sei parti del mercurio animato con una parte e mezzo di zolfo rosso. Marita questi ingredienti bruciando in mortaio di vetro tutto, fino a che non sia come burro o formaggio, metti questa materia in una condamfora (2), o fiala tappata, a fuoco di calore di gallina, e non ti stancare di cuocere. Vedrai allora cose meravigliose di cui l’umano intendimento rimane come ammutolito e non può comprendere, tanto è bella l’opera della natura; e le sue mutazioni che mostrano tutti i colori che abbagliano per la loro vividezza e tolgono al vista all’operatore, in modo così forte che mai nulla, in questo mondo, può farlo. Al tempo congruo, quindi, vedrai che nel tuo vaso una polvere rosso vivo di colore sanguigno o porpora. Allora l’arte dell’alchimia filosofale è completa, il più grande ed incredibile dei miracoli. Bada bene di non dire mai che possiedi questo tesoro mondano, e sappi che esso guarisce tutte le malattie ed infermità che nessuna medicina può guarire, al di fuori di quella filosofale. Fuso in crogiolo trasmuta tutti i metalli, ed ugualmente aggiunto sul mercurio in ebollizione lo tramuta in oro fino puro, netto e colorato, che resiste ad ogni giudizio dell’uomo, del fuoco, o del piombo lupo vorace, che è un ladro che porta via tutto eccettuato se stesso; ma che, meglio ancora, muta i ciottoli in cristalli da miniera e rubini.

 

PER AVERE FRUTTI PRIMAVERILI IN INVERNO

Puoi fare ancora un’altra cosa: se hai desiderio di avere fiori e frutti nel freddo inverno, fai disciogliere 6 grani della detta polvere rossa scaturita nel vaso, in dieci pinte di rugiada tiepida, ed innaffiane l’albero o fiore che desideri, portandotelo in casa oppure ricoprendolo di paglia o fieno; vedrai in poco tempo una repentina e meravigliosa crescita e vegetazione, di cui rimarrai molto sbalordito 

 

MODO D’USO DELLA MEDICINA

Al fine di avvertirti sull’uso di questa medicina per la sanità del corpo, e per tua memoria, abbi cura, all’ottenimento della fiala di medicina, ovvero quando essa si mostra purpurea, di farne sciogliere, o dissolvere, alcuni grani in vino bianco o acquavite, tanto che il vino ne sia tinto, appena dorato, perché è questa la giusta prassi; allora, non temere di somministrarne ai malati 12 o 15 gocce nel vino, nel brodo o in altro liquido, ed essi saranno guariti come per miracolo. Ma non rivelare mai di averlo fatto, perché vi sono uomini cattivi ed invidiosi quando non possono fare ciò che altri fanno.
Infine, affinché tu sia in quotidiana salute, prendi di queste soluzione dorata 9 gocce in quattro momenti dell’anno, ovvero il 22 marzo, il 22 giugno, il 22 settembre, ed il 22 dicembre, sciolte nel liquore che vorrai; assumendole come io ti dico non avrai mai alcuna infermità e godrai d’una vita felice, piena di salute e ricchezza, e sarai maestro di tutta la natura, perché avrai più oro, argento e pietre preziose di principi e re.

 

COME SI FABBRICA LA POLVERE DI PROIEZIONE CON L’ELISIR.

In questo modo: fai fondere in crogiolo 10 once di oro fino ed inietta, sull’oro fuso, un’oncia di polvere rossa, lasciando il tutto ad un fuoco molto forte per due ore; allora prendi il crogiolo, lascia raffreddare, rompilo, e vedrai nel fondo un vetro rosso che è oro esausto e polvere sincera e regale, che muta tutti i metalli in oro puro, migliore di quello di miniera. Hai così il potere di fabbricare parecchie fortune, cosa che i re non possono fare senza prenderle ad altri. Bada, dunque, caro nipote, di fare come ho fatto io, cioè soccorrere i poveri nostri fratelli in Dio, decorare i templi del nostro Redentore e fare uscire dalle prigioni i molti detenuti per questioni di denaro; il buono e leale uso che farai del tuo segreto ti condurrà al cammino della gloria e della salute eterna al cospetto di Dio, il che io, Nicolas Flamel, ti auguro nel nome del Padre Eterno, Figlio Redentore e Santo Spirito illuminatore, Santa sacra ed adorabile Trinità. Amen.
Ricorda di bruciare il vetro rosso e di metterlo in una fiala, in una bottiglia chiusa, e quando vorrai fare buon oro da piombo, stagno, bronzo, argento e mercurio, falli fondere in crogiolo e purgali dalla luna, e che il mercurio divenga fumante; allora inietta 30 o 40 libbre di questo mercurio che sia, o 5 o 6 grani di polvere moltiplicata, e avvolgi nella cera; subitaneamente sarai stupito di trovare i metalli mutati in oro, con le fecce da un lato, separate dai metalli; le passerai per la cenere, e se fossero troppo rosse e sgretolabili in polvere, farai fondere dell’argento e vi getterai sopra la massa trasmutata, o, se preferisci, la mariterai col mercurio, passando tutto per la cenere; saturno, giove, marte, sole, mercurio, luna, saranno infine dolci e colorati come devono. Ricordati di rendere grazie a Dio.
Ecco tutta l’opera che io ti rivelo senza mancare una sola parola, caro ed amato nipote della mia tanto cara moglie Perrenelle, che Dio la benedica. Amen. 
Nota che alla prima imbibizione di questa polvere rossa, una parte muta cento parti. Alla seconda una ne muta mille, alla terza diecimila, alla quarta centomila e sempre di più di questo passo, cosa che non potrai mai comprendere se non la vedi con i tuoi occhi.
Se desideri produrre molto oro, il che, ciò nonostante, non si dovrebbe mai fare caro nipote, poiché ne può discendere un danno incongruo, metti centomila once di argento vivo in un gran calderone di ferro a forte fuoco, e quando sarà caldo al punto da fumare aggiungigli un’oncia di polvere cremisi alla quarta imbibizione, avvolta in una pallina di cera; gettala sull’argento vivo, e questo sarà subitaneamente fissato; aumenta il fuoco, e tutto sarà mutato, parte in polvere e parte in massa d’oro giallo, che fonderà in crogiolo e farà massa o lingotti; da tutto il mercurio avrai circa 99710 once d’oro puro, all’ultimo grado di finezza, che tu potrai usare come riterrai opportuno. Eccoti, caro nipote, molto più ricco di tutti i re, perché hai più di loro e di chiunque altro nel mondo; ma tu non fabbricare oro che a poco a poco, con prudenza e senza dire parola, e non confidarti mai con altri.
Ecco ciò che ti ho rivelato, ovvero il tesoro di tutti i tesori del mondo, che io ho posseduto e prodotto con le mie  proprie mani e con la tanto cara e benamata compagna Perrenelle. Usa dunque di questo tesoro, affinché tu possa vivere senza affanni, ricco in questo mondo, ed abbia la palma della gloria nel Regno di Dio, che ti auguro. Amen

 

NOTE

(1) Il Testamento, tramuta, molto a proposito, l’égale del Breviario in Royale (leggendo evidentemente, nell’archetipo, un più congruo régale).
(2) La Condamphore, di foggia sconosciuta, appare solo, per quanto ne sappiamo, in un altro dei testi attribuiti a Flamel, il Livre des Laveures.